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Giustizia nelle sentenze
di Nicola Brigida
In Italia si sono svolti due processi storici contro soggetti facenti parte degli alti gradi dell’organico all’interno della pubblica amministrazione argentina.
I soggetti in esame si erano macchiati di delitti gravemente lesivi dei diritti fondamentali dell’uomo nell’ambito del fenomeno dei cosiddetti desaparecidos. si tratta di procedimenti penali che si sono conclusi con la condanna definitiva all’ergastolo degli imputati per aver partecipato durante il cessato regime militare golpista alle pianificate e sistematiche uccisioni di cittadini, tra i quali anche cittadini italiani emigrati in Argentina, contraddistinte dalle caratteristiche di gravità, intensità, arbitrarietà, odiosità ed intenzionalità proprie dei “crimini contro l’umanità”.
Prima di effettuare un sia pur conciso resoconto delle suddette sentenze rese dalla scrupolosa Magistratura italiana ci si consenta di ricordare che il termine "desaparecidos" si riferisce a quelle persone che furono arrestate per motivi politici, o anche semplicemente sospettate di avere compiuto attività “anti governative”, dagli organi statali dei regimi militari argentino, cileno e di altri paesi dell’america latina, e delle quali in seguito non si seppe più nulla.
Del fenomeno dei desaparecidos in Argentina spicca la segretezza con cui operarono iure imperii gli individui-organi dello stato nell’esercizio dei compiti e delle funzioni pubbliche ad essi attribuiti. Gli arresti ed i sequestri avvenivano spesso nottetempo ed in genere senza testimoni. così come segreto rimaneva tutto ciò che ne seguiva: le autorità non fornivano ai familiari la notizia degli avvenuti arresti e le accuse allorché venivano formulate erano del tutto vaghe. della maggioranza dei desaparecidos non si seppe effettivamente mai nulla e solo dopo la caduta del regime militare ed il ripristino della democrazia, con la pubblicazione del rapporto "Nunca más", che permise la ricostruzione di una parte degli avvenimenti e della sorte di un certo numero di “scomparsi”, fu possibile sapere che molti di loro furono detenuti in veri e propri campi di concentramento ed in centri di detenzione clandestini.
Fu possibile inoltre sapere che furono torturati ed infine assassinati segretamente, con l’occultamento dei cadaveri in fosse comuni, ovvero gettati nel fiume Rio de la Plata o nell’oceano Atlantico con i mostruosi voli della morte.
Estratto dall'articolo pubblicato in:VITE SENZA CORPI
Memoria, Verità e Giustizia
per i desaparecidos italiani all’ESMA
A cura di
Jorge Ithurburu – Cristiano Colombi
Edizioni Gorée, Siena, 2011
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