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Memoria en construcción |
Marcelo Brodsky, Memoria en construcción; el debate sobre la ESMA, La Marca Editora, Buenos Aires 2005.
La decisione di trasformare la ESMA (Escuela Mecànica de la Armada) in uno spazio per la Memoria e per la difesa dei Diritti Umani ha dato inizio ad un dibattito a cui questo libro si propone di partecipare garantendo nuovi elementi intellettuali e visuali. La difesa della memoria apre nel caso della ESMA un’infinità di cammini possibili per ricordare i desaparecidos. È stato il principale campo di tortura e di sterminio della dittatura, è divenuto un simbolo di repressione e violenza, un luogo di orrore e ora di memoria. Ci si pone il problema di dover parlare alle nuove generazioni e trovare il modo migliore per farlo è uno dei punti basilari di questo dibattito: occorre un coro di voci, occorre una cooperazione multidisciplinare.
Per questo il libro è diviso in diverse sezioni, ognuna rappresentante punti di vista e professionalità differenti.
Nella prima “Memoria in costruzione”, l’orrore è rappresentato dalle foto di Victor Basterra un ex detenuto dell’ESMA che è riuscito a sopravvivere ed a trafugare parte delle foto realizzate all’interno del campo durante la reclusione, oltre a foto scattate dai militari durante quello stesso periodo. Poi vi è una descrizione strutturale della scuola, relazionata ai ricordi che ne hanno i detenuti sopravvissuti e prende spazio una riflessione sulla destinazione da dare alle sale. Mancano informazioni sui finanziamenti e sul tipo di rapporto che il museo avrà con le Istituzioni e che tipo di lavoro vi verrà svolto. Emerge come alcuni gruppi di difesa dei Diritti Umani vorrebbero destinare parte del museo alla difesa della memoria e parte alla difesa dei Diritti Umani e altri che vorrebbero fosse interamente concentrato sulla difesa della memoria.
Nella “Zona dei saggi”, Felipe Pigna e Maria Seoane analizzano il processo politico e sociale che ha reso possibile la dittatura e collocano quanto avvenuto nella ESMA nel suo contesto storico. Horacio Gonzales e Alejandro Kaufman apportano testi che toccano il problema della trasformazione strutturale della ESMA, analizzando l’importanza per il futuro del mantenimento di determinati caratteri originali. Marco Somigliana, del “Equipo Argentino de Antropologia Forense”, spiega la relazione tra i buchi lasciati nella memoria comune dalla repressione ed il processo di ricostruzione e riallaccio di differenti storie di vita che trovano spiegazione solo se interconnesse. Lila Pastoriza apporta al progetto la riflessione di chi è stato detenuto nella ESMA, di chi è sopravvissuto all’inferno e vive per raccontarlo, per cercare di capirlo e perché capiscano anche gli altri.
“Zone d’ombra” è una selezione di opere di artisti argentini che hanno abbordato in forma esplicita o indiretta la violenza, la repressione e le conseguenze del terrorismo di Stato. Non vuole essere né esaustiva né il risultato di un’ampia e profonda investigazione accademica, ma rappresenta solamente la risposta a una convocazione. È, quindi, un lavoro in pieno sviluppo e vuole propiziare il dibattito, rinfocolarlo, stimolarlo. Partecipano 65 diversi artisti argentini, introdotti dalla critica d’arte Florencia Battistini, particolarmente attenta ad esplicare l’efficacia della funzione evocativa dell’immagine.
La “Zona Aperta”, organizzata nelle sezioni “pensiero e memoria, arte e memoria, ESMA e museo e proposte d’uso”, rappresenta il luogo in cui si incontrano le diverse opinioni e punti di vista di memorie e rappresentazioni, dei diversi gruppi di Difesa dei Diritti Umani e di autori selezionati da Alejandra Naftal, con particolare attenzione alle iniziative concrete già esistenti.
La “Sezione documenti” raccoglie i documenti che stanno legittimando la creazione di questo spazio per la difesa della memoria nella ESMA, dall’atto di proprietà della scuola, al decreto che ne sancisce la trasformazione in Archivio nazionale della Memoria.
Il libro viene tradotto anche in inglese da William Foster, con l’intento di spingere il testo oltre i suoi confini di dibattito sudamericano.
Memoria in costruzione rappresenta così un processo, un passaggio, utile a mantenere viva la parola, il dibattito e la circolazione di idee, riguardo alla difesa della memoria, nell’intento palesato dal curatore di seguire il cammino segnato da coloro che hanno perso la vita nei campi di sterminio. Per questo viene indicato nel forum internet www.lamarcaeditora.com/memoriaencostruccion uno spazio aperto utile a facilitare la continuità del dibattito pubblico.
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Processo ESMA
Il 5 aprile 2006 il GUP Claudio Mancinetti ha rinviato a giudizio alcuni dei membri del GT3: Jorge Vildoza, Jorge Acosta, Alfredo Astiz, Héctor Febres e Antonio Vañek.
Le udienze dibattimentali del processo (orale e pubblico) inizieranno nell'Aula Bunker di Rebibbia il prossimo 8 giugno, alle ore 9.00.
Di seguito troverette alcune schede e documenti sulle vittime, gli imputati, gli avvocati, i reati, le udienze…
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